Come Ridurre l'Impatto Ambientale della Catena di Approvvigionamento
Non solo all’interno della propria azienda o impianto industriale: l’impatto ambientale di un’attività si misura in tutti gli ambiti che hanno a che fare con la sua produttività e operatività.
Sarebbe contro-intuitivo, per calcolare l’impronta di carbonio di una certa attività, non tenere conto dell’intero ciclo di vita e di produzione a cui vanno incontro i suoi prodotti o servizi. Ecco perché, per un’azienda che voglia davvero migliorare il proprio impatto ambientale, è importante intervenire con azioni decisive e virtuose lungo tutta la catena di approvvigionamento, affinché ciascun processo - anche quelli che a prima vista potrebbero sembrare “esterni” a quelli aziendali - si possa definire sostenibili e smart.
Catena di approvvigionamento sostenibile: da dove iniziare?
È comprensibile che per molte aziende, quando si parla di catena di approvvigionamento, si scoperchi un vero e proprio vaso di Pandora, con tantissimi attori ed elementi da tracciare, da contattare e su cui intervenire per favorire un cambiamento più green.
Sicuramente si tratta di un processo complesso, ma non impossibile, anche perché non è necessario rivoluzionare, in un unico e traumatico intervento, tutti gli ambiti della “filiera” produttiva: si può cominciare da una singola azione per poi andare a informare e aggiornarne di conseguenza altri.
Vediamo insieme come.
1. La produzione e l’approvvigionamento di materie prime
Partendo dalla genesi della produzione di beni, è inevitabile cominciare a considerare quali sono i fornitori da cui si reperiscono le materie prime.
Sceglierne alcuni già allineati e consapevoli del percorso che l’azienda vuole affrontare è essenziale, magari optando per chi può offrire materiali riciclati e più sostenibili per la produzione aziendale.
Anche il packaging scelto per imballare, spedire e confezionare i propri prodotti o materiali può essere un fattore che va a influire sulla sostenibilità della catena di approvvigionamento, magari riducendo la plastica a favore di carta, cartone e altri materiali più green.
È anche possibile, per le aziende, incentivare attivamente pratiche di riciclo interne così da suggerire ai fornitori la riduzione e il riutilizzo dei rifiuti, dando il via a un ciclo produttivo più consapevole e attento agli sprechi.
2. Il trasporto e la logistica
Parlando invece di logistica e trasporti, sicuramente scegliere veicoli elettrici e meno inquinanti è uno step logico per ridurre sensibilmente l’impatto ambientale della catena: ne avevamo parlato anche qui.
Ma non finisce qui: è inutile, infatti, dotarsi di veicoli o scegliere metodi di trasporto più sostenibili che riducono le emissioni di CO2 se poi li si fa viaggiare “a vuoto” e con un carico leggero, magari anche per più spedizioni di seguito.
Per questo è bene assicurarsi che le consegne siano accorpate, affinché la flotta a disposizione viaggi a carico completo, efficientando e raggruppando le operazioni logistiche, riducendo emissioni, costi e risorse impiegate per completare un task.
Al contempo, è possibile affidarsi a software intelligenti che aiutano a sviluppare percorsi e itinerari che riducono sensibilmente la durata dei viaggi, ottimizzando sui tempi e sulle risorse necessarie per la logistica.
3. L’efficientamento e l’approvvigionamento energetico aziendale
La logistica si presta come legame tra il precedente e l’attuale punto: sia negli headquarter che nelle varie sedi aziendali - così come negli hub logistici, se ne hanno a disposizione - scegliere di puntare su fornitori di energia rinnovabile è uno step sicuramente consigliabile per ridurre l’impronta ambientale legata all’operatività della propria attività.
Questo potrebbe trovare riscontro anche nell’adozione di pannelli solari o altri tipi di dispositivi per produrre energia green negli edifici o nei terreni di proprietà dell’azienda, così da produrre autonomamente l’energia che si andrà a utilizzare.
Sicuramente, un grande aiuto per ridurre emissioni e impatto ambientale della catena di approvvigionamento, viene anche dall’efficientamento energetico e dal monitoraggio e gestione delle risorse a disposizione. Grazie a EMS e BMS, così come al supporto di IoT e AI, è possibile infatti ridurre sprechi e costi legati a utilizzi non virtuosi dell’energia in azienda, adottando pratiche e interventi efficaci per far sì che le risorse siano utilizzate nelle quantità e nelle modalità corrette.
4. Tecnologia e Digitalizzazione per la logistica
L’innovazione tecnologica può dare una grande mano per ottimizzare ancora meglio la catena di approvvigionamento delle aziende.
Due esempi: con la blockchain, per esempio, è possibile tracciare in modo capillare l’origine delle materie prime utilizzate, verificando così che i fornitori scelti siano davvero attenti alla sostenibilità come auspicato.
L’intelligenza artificiale, invece, tramite la sua velocità di calcolo e i suoi report, potrebbe aiutarci a studiare trend di mercato e di consumo, prevedendo e rispondendo alle richieste dei clienti senza generare surplus e sprechi, ottimizzando quindi l’inventario e rendendo più smart la produzione.
5. Coinvolgimento e Collaborazione dei Fornitori
Stabilire standard di selezione chiari e vincolanti per i fornitori è sicuramente uno step necessario per dare vita a un ecosistema aziendale e produttivo green sin dalle basi, capace di mantenere la stessa produttività aziendale riducendo però le emissioni e il suo impatto ambientale.
Per esempio, si potrebbe far richiesta ai propri fornitori di ottenere e dimostrare di possedere certificazioni ambientali, come la ISO 14001, oppure incentivare report di autovalutazione per verificare, con continuità, che gli impegni e le iniziative virtuose “promesse” alla propria azienda siano mantenute nel tempo e anzi, sempre più migliorate.
Talvolta, se non si ha la possibilità di cambiare uno o più dei propri fornitori, ci si può impegnare a fornire un’adeguata formazione e un supporto continuo per individuare pratiche e soluzioni che possano generare un cambiamento di mindset e mission aziendale, in un processo che “contagia” positivamente anche altre realtà produttive, dando vita a network di aziende che fanno della sostenibilità una propria prerogativa.
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